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Le ceneri della religiosa Cornelia Caraglio si trovano in una cappella adiacente alla parrocchia di Nostra Signora di Fatima a Merlo alla periferia di Buenos Aires. Lo ha comunicato oggi al Pontefice una delegazione piemontese riportando le testimonianze di due anziane consorelle argentine che ora risiedono nel convento domenicano di Mondovì, in provincia di Cuneo
Papa Francesco è stato molto contento nell’apprendere il luogo di sepoltura di suor Cornelia Caraglio, la suora che gli salvò la vita quando da giovane era ricoverato in ospedale in Argentina per una polmonite. Questa mattina, 13 marzo, a margine dell’udienza generale, una delegazione proveniente dal Piemonte, guidata da Orsola Appendino, appassionata di storia dell’emigrazione piemontese, ha illustrato al Santo Padre l’esito delle ricerche che lo stesso Francesco aveva incoraggiato durante l’incontro con i parenti della suora avvenuto lo scorso 7 febbraio. “Ero ad un punto fermo ed ero anche molto scoraggiata”, racconta Appendino, “poi ho pensato di andare al convento delle domenicane di Mondovì, dove suor Cornelia si era formata, per cercare altre notizie su di lei”. La struttura, in provincia di Cuneo, un tempo era la casa madre delle religiose. E oggi è diventata una casa di riposo per le suore anziane. “Lì – spiega Appendino – sono stata accolta dalla priora, suor Antonella Olivero, la quale mi ha presentato due suore argentine che hanno conosciuto molto bene suor Cornelia avendo vissuto con lei per 35 anni”. Si tratta di suor Josefina Solioz e suor di Ana Teresa Viola, rispettivamente di 82 e 84 anni. Nonostante l’età, sono molto lucide ed energiche. E soprattutto ricordano ogni particolare. “Sono state loro – sottolinea la signora Orsola – ad occuparsi del funerale di suor Cornelia dopo la sua morte avvenuta nel 1995”.
Un luogo più significativo
In un primo momento suor Cornelia è stata sepolta presso il cimitero municipale di Merlo, all’interno della cappella di amici. In seguito, però, nel febbraio 2023, quando le domenicane hanno chiuso la loro missione in Argentina, hanno deciso di cremare i resti della religiosa per trasferirli in un altro luogo più significativo dal punto di vista affettivo. “Prima di tornare in Italia – spiega suor Ana, raggiunta telefonicamente a Mondovì – abbiamo sistemato le ceneri di suor Cornelia e di altre 12 consorelle nel ‘cinerario’ adiacente alla parrocchia di Nostra Signora di Fatima a Merlo”. Le domenicane argentine hanno contribuito alla costruzione di questo centro e sono costantemente in contatto con i membri della comunità che si prendono cura del luogo.
Lettera al Papa
Suor Josefina Solioz e suor Ana Teresa non sono riuscite a venire all’udienza generale in Vaticano a causa della loro ridotta deambulazione. Ma entrambe hanno inviato al Papa una lettera scritta di proprio pugno per condividere alcuni ricordi. In primis quelli legati a suor Cornelia, alla sua caparbietà, alla sua allegria e alla sua straordinaria vicinanza agli ammalati.
Suor Ana spiega che l’ha conosciuta nel 1959 e che lei è una sua figlia spirituale. “Sono sicura che il Papa risponderà a questa lettera”, aggiunge.
È una santa...
“È una santa molto misericordiosa”, dice suor Josefina a proposito dell’umanità di suor Cornelia. Nel suo racconto non manca un riferimento alle visite che l’arcivescovo di Buenos Aires faceva a Merlo utilizzando i mezzi pubblici per andare a trovare la sorella e alcuni amici che risiedono da quelle parti. Tra questi c’era anche padre Angel Sallaberrenborde, ora deceduto. “Una volta – racconta suor Josefina – l’arcivescovo Bergoglio bussò alla porta del nostro convento di Merlo per chiedere informazioni sull’indirizzo di questo religioso e io non lo riconobbi”.
Tra gli amici del Papa in quella zona c’è anche il gesuita Héctor Soto, da alcuni anni parroco della parrocchia di Nostra Signora di Fatima (dove sono custodite le ceneri di suor Cornelia), che fu allievo di Bergoglio presso il Colegio Maximo de San José a San Miguel. “Ho tanti ricordi di Papa Francesco”, afferma, “lo conosco abbastanza per il tempo che abbiamo vissuto e condiviso, ma non sapevo del suo interesse per questa ricerca e per quello che suor Cornelia ha significato per la sua vita”.