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Donne domenicane nell’oggi del mondo

Suor Barbara Faretra - Firenze


Questo il titolo dell’assemblea USMID (Unione Superiore Maggiori Italiane Domenicane) che si è tenuto a Roma dal 16 al 18 ottobre 2020, poco prima che diventasse nuovamente difficile spostarsi e incontrarsi a causa della nuova epidemia di Coronavirus ... quando una cosa ti viene impedita è allora che ne senti più il bisogno ed è per questo che il nostro incontrarci ha avuto il valore aggiunto del desiderio di rivederci, condividere, raccontarsi, per aprire nuovi spazi di riflessione e, speriamo, di azione.

Sei le congregazioni domenicane presenti, rappresentate da circa 25 religiose, Priore Generali e componenti dei Consigli Generalizi, ancora una volta accolte con calore dalle suore domenicane di S. Sisto.

Venerdì pomeriggio, dopo un saluto di accoglienza da parte della Presidente, Martina Damiani, ci siamo scambiate esperienze di vita a partire dal tempo particolare, faticoso, incerto, che il mondo sta vivendo: è solo questo o è anche un tempo di grazia?

Sabato mattina ci siamo collegate con Sr. Antonietta Potente che, da Torino, ci ha aiutate a meditare sul “Prendersi cura del presente”, della realtà in cui siamo, ci muoviamo, viviamo, su come essere nella realtà, consapevoli che il suo processo inizia da lontano, da prima di noi, indipendentemente da noi.

Un primo suggerimento che ci ha offerto è quello che riguarda la necessità di sviluppare la nostra sensibilità, la nostra capacità di tenerezza per prenderci cura della porzione di realtà che ci è vicina, che ci è prossima.

Si può prendere cura della realtà chi spera l’impossibile e riguardo a questo ci ha richiamato la vita e il cammino di Abramo che sulla Parola è uscito dalla sua terra.

Oggi non ci possiamo permettere la banalità.

Prendendo come riferimento Gn 10,20-32, Sr. Antonietta ci ha offerto un secondo suggerimento mettendo in evidenza che nella tradizione ebraica ci sono 36 giusti. Non si sa chi siano e loro non sanno di esserlo. Non sono eroi e non compiono gesti eccezionali. Ma per prendersi cura del mondo non servono gli eroi: bisogna amarlo e per amarlo dobbiamo cercare in esso qualcosa di bello.

Si tratta di cercare nell’altro - altro, porzione di mondo che ci circonda, tratto di storia - l’oltre che forse non è conosciuto, la scintilla di bene e di bello che l’altro è e porta con sé.

Non si tratta solo di un esercizio spirituale: figlio di Dio, creatura amata, ... è anche atto concreto, di tutti i giorni, anche quando si tratta di cose piccole. Diversamente diventa un atto da eroi.

Prendersi cura può voler dire, o far percepire, che l’altro mi interessa, che mi sta a cuore, a volte attraverso piccoli gesti di cura, molto concreti, che l’altro potrebbe non vedere o non accogliere ... ma anche questo è prendersi cura.

Potrebbe anche voler dire far emergere o assecondare quelli che sono gli aspetti belli dell’altro. Permettergli di esprimerli è un atto di cura prezioso che, forse, nelle nostre case religiose, troppo spesso non si pratica.

Per prendersi cura della realtà bisogna essere molto vicini ad essa.

Il tempo di riflessione personale del mattino ha avuto il suo completamento nella celebrazione eucaristica presieduta dal Maestro Generale, Fra Gerard Timoner OP, che poi, condividendo con noi il pranzo, ha contribuito al senso di famiglia che stavamo vivendo.

Nel pomeriggio ci sono stati ancora due momenti di condivisione tra le presenti e poi in collegamento con Sr. Antonietta.

Domenica mattina, abbiamo conosciuto meglio Sr. Margaret Mayce, coordinatrice del DSI (Suore Domenicane Internazionali), che ci ha raccontato del suo impegno, aiutata da altre cinque religiose (rappresentanti delle varie aree continentali), in favore della collaborazione e cooperazione delle religiose domenicane nel mondo. Ci ha parlato della Confederazione (DSIC), ormai ratificata, che ha personalità giuridica e quindi riconoscimento ufficiale.

In un breve confronto ci ha chiesto di esprimerci su quale speranza portiamo in questo impegno di collaborazione; su come raggiungere gli obiettivi prefissi; su che cosa si rende necessario potare perché porti più frutto; su quali sono gli elementi essenziali della nostra vita domenicana per camminare verso il futuro...

Ognuna delle nostre congregazioni ha caratteristiche e obiettivi particolari che, sul filo rosso della predicazione che ci accomuna, si esprime in modi caratteristici e concreti nella porzione di mondo che abita. Questi incontri e la possibilità di allargare il nostro orizzonte incontrando chi si occupa di realtà più ampie, ci aiuta a dare nuovo respiro alla nostra vita concreta. Ci incoraggia ad uscire dal nostro stretto recinto; a far circolare le informazioni; a proseguire nella riflessione sul futuro; a sentire l’urgenza di un impegno attivo nella cura dell’altro, che sia esso persona fisica, porzione di mondo, tratto di storia ... e questi sono i continui passi che ci è chiesto di compiere con creatività e audacia.

Photo credits: Pexels Photo

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